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Il volumetto analizza in modo sistematico e puntuale la Madonna col Bambino benedicente, opera del tutto ignota agli studi fino al 2001 quando – appartenente a una collezione privata – fu pubblicata da Gaudenz Freuler sulla «Revue de l'art», con una riproduzione in bianco e nero e priva di un ampio commento, ma con una attribuzione al Maestro di Città di Castello. I numerosi fori a vista dimostrano che fu venerata in età moderna, ma in un luogo sconosciuto; sicuramente era il centro di un pentittico caratterizzato dai santi a mezzo busto sotto centine riquadrate e sormontate da cuspidi, tipici della tradizione senese nel passaggio tra Due e Trecento attorno alla bottega di Duccio di Buoninsegna. Andrea De Marchi si concentra su una stringente analisi iconografica che, attraverso serrati confronti con altre opere e con i loro particolari – secondo un ritmo incalzante e sapiente, tipico dell'autore, capace di muoversi con assoluta maestria tra dipinti, affreschi, vetrate ecc. –, arriva a delineare un profilo autoriale e una collocazione cronologica del dipinto. Grazie a questa Madonna col Bambino benedicente è possibile sostanziare una prima storia del Maestro di Città di Castello che si rivela essere uno dei seguaci di Duccio della prima ora. Forse il maggiore.