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Può l’Università, superando le sue missioni più tradizionali – la ricerca, la didattica e la disseminazione delle conoscenze in via sinergica con il territorio – impegnarsi a costruire benessere personale e comunitario? È possibile prendere atto, una volta per tutte, che dimensione personale, formativa e professionale sono strettamente interconnesse e che, nel caso specifico, il benessere del soggetto e dei luoghi in cui esso nasce, cresce, vive, si forma e lavora possono essere capacitanti o viceversa possono lederne dignità, progettualità e felicità? Nell’ambito delle scelte strategiche di Ateneo, l’Università di Foggia ha deciso di cogliere gli stimoli di tale domanda e accettare la sfida di perseguire non solo un’elevata preparazione culturale e scientifica dei suoi studenti ma anche di assicurarne, o quantomeno tutelarne e promuoverne, il benessere e la sostenibilità personale. Il volume, in tal senso, rende conto, di una delle iniziative particolarmente apprezzate dagli studenti, oggi alla seconda edizione: Happiness Labs. I contributi raccolti in volume – di Miriam Bassi, Severo Cardone, Nadia Cascioli, Daniela Dato, Manuela Ladogana, Cristina Romano – danno corpo, da una parte, a una serie di riflessioni teoriche e metodologiche che sono alla base della progettazione del percorso e, dall’altra, a una presentazione dei risultati raggiunti in termini di risposta da parte degli studenti. Tutto ciò nella convinzione che il benessere personale possa avere ricadute importanti sui processi decisionali di singoli e comunità e, oltre ad avere un impatto misurabile sull’esperienza di apprendimento degli studenti, possa anche produrre, a lungo termine e in una prospettiva ecosistemica, un impatto determinante sulla qualità della vita delle comunità future.