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Conca d'oro
Olasz
35 b
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Giuseppe Barbera racconta che nel 1957 un famoso naturalista nei pressi di Palermo osservň una stranezza: due pulci d'acqua di specie diversa che condividevano la stessa polla; ne venne "l'improvvisa rivelazione" che sta alla base dell'attuale nozione di biodiversitŕ. Č questo, prima di tutto, per Giuseppe Barbera la Conca d'oro: un fertile concetto: "aura concha", che della conca, della conchiglia e del grembo racchiude la feconditŕ e la sensualitŕ. Un'idea unitaria, durata centinaia di generazioni, capace di produrre molte altre idee nelle mani e nelle menti, giŕ dai segni delle incisioni rupestri. Questo libro č il racconto della vita della Conca d'oro dall'origine. Storia di un paesaggio, completa da ogni punto di vista. Narra l'epopea del giardino di orti frutta e alberi, coronato dai monti rosa-violetto e fermato dal mare, su cui sorse Palermo, coltivato dai millenni e cancellato in cinquantanni dal cemento e dalla mafia. Ma va oltre il caso specifico, facendo della Piana un esempio memorabile, modello di comprensione sintetica delle leggi dell'interazione in cui consiste il paesaggio: dove questo č sě l'evoluzione della natura plasmata dall'uomo, ma cessa come evoluzione quando la natura č cancellata. Sicché, al di sotto di tutto circola una differenza che imprime la Conca d'oro, molto piů che luogo, come un personaggio nel tempo. Lavoro e opera. Il lavoro rinnova il sostentamento, l'opera produce con il durevole un universo simbolico, fatto di miti, religioni, filosofie, idiomi, immagini.
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