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In gioventů, lo chiamavano Doctor Ironicus per la sua intelligenza sottile; ormai sessantenne, il protagonista di "Casa d'altri" non č che un "prete da sagre", confinato in un paesino della provincia emiliana dove non succede mai niente e dove "appaiono strane anche le cose piů ovvie". Zelinda, perň, una vecchia che passa le sue giornate a lavare i panni al fiume, senza avere alcun contatto con la gente, cosě ovvia non č; e non č ovvio neppure il tentativo di comunicazione che cerca d'instaurare con il prete, interrogandolo vagamente sulla legittimitŕ di derogare a una "regola" della Chiesa cattolica. Quale sia questa regola, lo si scoprirŕ soltanto alla fine: quando il Doctor Ironicus, "cosě goffamente da provare vergogna di tutte le parole del mondo", non saprŕ dare alla vecchia che una risposta convenzionale e inadeguata. Intanto il lettore si trova coinvolto in una vicenda dal ritmo sempre piů serrato, in un intreccio di tensioni e conflitti, in una lingua densa insieme di concretezza e di lirismo. Lo stesso clima di attesa incalzante si ritrova negli altri racconti: da "Elegia alla signora Nodier", dove la protagonista, morto il marito, si chiude in una quieta infelicitŕ, ai "Due vecchi" la cui serenitŕ coniugale č turbata dal ricatto di uno studente.