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Il 'Liber ruralium commodorum' era una compilazione manualistica di respiro enciclopedico, raccolta da Pietro Crescenzi, bolognese, giudice per professione, agronomo per passione. In dodici libri creň una vera e propria filosofia agricola che univa la pianificazione organica, la perfetta organizzazione, i valori etici e morali della pace e della concordia. Si proponeva anche come strumento di cerniera tra le conoscenze classiche degli autori latini, le nuove teorie elaborate dalla filosofia naturale medievale e le moderne esperienze agronomiche dell'autore. In breve l'opera divenne ambita anche da un pubblico diverso, che richiedeva la costruzione di una propria cultura, sempre basata su autori e testi canonici, ma svolta in lingua volgare. La dinamica, che in breve trasformerŕ la cultura medievale nella modernitŕ, produsse il 'Libro dell'utilitŕ della villa'. Il quale, pur citato nelle 'Prose della volgar lingua' di Bembo e inserito nel 'Dizionario dell'Accademia della Crusca' del 1612, non aveva avuto finora un testo critico basato su tecniche ecdotiche moderne.